Prosegue la campagna elettorale. Ormai la mia cittadina, Castel San Giovanni, è invasa di pubblicità elettorale delle tre liste scese in campo per le amministrative. Presto arriveranno i fac-simili della scheda elettorale...l'ultimo sforzo da sfogliare, prima del grande giorno. Questa settimana si preannuncia ricca di appuntamenti. Stamattina al ViviGazebo come al solito, in occasione del mercato, martedì 13, ore 21, presenteremo il nostro programma. Domenica 18, sempre al ViviGazebo, ci verrà a trovare Roberto Reggi; in serata aperitivo. Nel frattempo, durante tutta la settimana, cercheremo di incontrare il più ampio numero di persone nei vari quartieri con un bell'ombrellone "mobile", un tavolino e due sedie... idea spiccia ma, a mio modesto parere, importante.
Ogni tanto mi guardo indietro e penso... cosa mi ha spinto ad entrare? A far parte di questo grande "carrozzone" che, purtroppo (o per fortuna), ancora oggi, ti etichetta ancor prima di metterti in gioco come comunista, fascista, piddino, grillino, leghista... e, per questo, antipatico per alcuni simpatico per altri... Credo di averlo capito. Partirei dal fatto questa nuova avventura mi sta, per ora, piacendo. Sicuramente mi farò male (...quando si cade dall'alto) ma è comunque già un buon inizio. Io, per come sono fatto e se mi guardo indietro, ho sempre fatto "politica". Questa la realtà. A tavola, discutendo con gli amici, a scuola, nei comportamenti quotidiani, nelle discussioni, con il mio impegno nel sociale, aprendo un blog, soffermandomi sulle cose nel tentativo di capirle con la voglia di vedere come gira il mondo, scoprendolo (nel limite delle mie forze) e senza aver mai creduto a chi me lo raccontava al pub, dopo averlo letto chissà dove. La mia candidatura è stata quasi naturale, una conseguenza di me, di chi sono oggi.
Io la leggo così.
Mi considero una persona estremamente fortunata. Molto fortunata. Non ho remore ad ammeterlo. Ho una famiglia dietro alle spalle che non mi ha mai fatto mancare nulla, ho scelto una università che mi sta garantendo un lavoro a tempo indeterminato, che mi gratifica e che desideravo fare, pagato (con i tempi che corrono) decentemente, puntualmente, a due passi da casa, nel servizio pubblico e, per determinati aspetti, indubbiamente più tutelato di altri. Un lavoro, detto questo, comunque veramente difficile, difficilissimo, ricco di soddisfazioni ma anche di grandi responsabilità e sofferenze. Cosa c'entra la politica direte voi. C'entra eccome se c'entra. E più passa il tempo più mi accorgo come la politica, le politiche, dovrebbe fare da trampolino di lancio per la realizzazione dei propri sogni. E non parlo di quelli corrotti ed individuali ma collettivi. La politica più bella avrebbe il dovere di offrire i migliori strumenti per essere competitivi nella vita, nella realizzazione di se stessi, agevolando la scelta delle migliori opportunità. Certo, non può fare tutto lei. Molto, anzi moltissimo, dipende da noi. Ma la base di partenza è fondamentale. E' come l'educazione trasmessa da piccoli. Ti rimane dentro a vita.
La buona politica ti accompagna (ti dovrebbe accompagnare) ti circonda (ti dovrebbe circondare) ti dona gli esempi da seguire (ti dovrebbe donare gli esempi da seguire). Perché dunque non impegnarsi? Sogno e farnetico... lo so bene. Eppure l'Europa è anche questo, siamo noi, sono io, sei tu. Lo è il mondo, lo vorremo tutti. Imparare una lingua, riconoscere un talento, sfruttarlo...fuori dal proprio orticello, aprendosi alle cose, specializzandosi. Pensate che non sia politica? Vi sbagliate.
Personalmente sto "invecchiando" con due grandi rimpianti. Non avere imparato una lingua straniera e non aver capito prima quanto tempo ho sprecato in cavolate. A sedici, diciassette, diciotto, vent'anni, ventuno. Il mondo non aspetta. Prima si riconosce le potenzialità che, insieme alle nostre, ci offre, cercando di cogliere quelle migliori (e in questo dovrebbero aiutarci le politiche che si vivono sulla propria pelle...) più velocemente si avrà l'occasione per realizzarsi e cavalcare al meglio l'onda dei momenti. Dove sono le onde? Con un buon bagaglio personale e le politiche giuste sono (o meglio, ci piacerebbe che fossero) anche dove viviamo, da dove stai leggendo questo post, in Bulgaria o in Australia oggi non ha più importanza. Non mi credi?
Hai vent'anni, trent'anni? Quaranta? Un giorno (spero di no) forse anche a te capiterà di rimpiangere le opportunità perse. Come ho fatto in parte io del resto. Il tempo vola ed è diviso in due: un tempo utile e uno inutile: l'inutile ti aspetterà sempre, l'utile sarà sempre più difficile inseguirlo. La verità, che piaccia oppure no, è che per molti siamo già out; per "noi" crediamo forse che sia ormai troppo tardi rimettersi in "pista" (sbagliando?!). Chi di noi ha ragione? Nessuno o entrambe non ha molto importanza scoprirlo. Anche questo è del tutto inutile adesso. Ma di una cosa sono certo. Sia per me che per te avrei voluto una politica e degli esempi migliori, di conseguenza forse più opportunità (difficile comunque sfruttarle se non si investe prima su se stessi). E parlo soprattutto a livello nazionale ovviamente ma anche locale. Perché la politica è come la cooperazione: non occorre andare in Africa per compierla. Ogni giorno, ognuno di noi, può cooperare nel tentativo di salvare un piccolo pezzettino di mondo o scegliere le migliori politiche di sviluppo grazie a se stesso, nel suo quotidiano, nei gesti che contano e che, si spera, diverranno esempi per qualcun altro.
E sarebbe la migliore e forse unica gratificazione di tutto l'impegno svolto con onestà, rabbia e sacrificio che, di sicuro, questo percorso prevederà (se lo prevederà).
Ogni tanto mi guardo indietro e penso... cosa mi ha spinto ad entrare? A far parte di questo grande "carrozzone" che, purtroppo (o per fortuna), ancora oggi, ti etichetta ancor prima di metterti in gioco come comunista, fascista, piddino, grillino, leghista... e, per questo, antipatico per alcuni simpatico per altri... Credo di averlo capito. Partirei dal fatto questa nuova avventura mi sta, per ora, piacendo. Sicuramente mi farò male (...quando si cade dall'alto) ma è comunque già un buon inizio. Io, per come sono fatto e se mi guardo indietro, ho sempre fatto "politica". Questa la realtà. A tavola, discutendo con gli amici, a scuola, nei comportamenti quotidiani, nelle discussioni, con il mio impegno nel sociale, aprendo un blog, soffermandomi sulle cose nel tentativo di capirle con la voglia di vedere come gira il mondo, scoprendolo (nel limite delle mie forze) e senza aver mai creduto a chi me lo raccontava al pub, dopo averlo letto chissà dove. La mia candidatura è stata quasi naturale, una conseguenza di me, di chi sono oggi.
Io la leggo così.
Mi considero una persona estremamente fortunata. Molto fortunata. Non ho remore ad ammeterlo. Ho una famiglia dietro alle spalle che non mi ha mai fatto mancare nulla, ho scelto una università che mi sta garantendo un lavoro a tempo indeterminato, che mi gratifica e che desideravo fare, pagato (con i tempi che corrono) decentemente, puntualmente, a due passi da casa, nel servizio pubblico e, per determinati aspetti, indubbiamente più tutelato di altri. Un lavoro, detto questo, comunque veramente difficile, difficilissimo, ricco di soddisfazioni ma anche di grandi responsabilità e sofferenze. Cosa c'entra la politica direte voi. C'entra eccome se c'entra. E più passa il tempo più mi accorgo come la politica, le politiche, dovrebbe fare da trampolino di lancio per la realizzazione dei propri sogni. E non parlo di quelli corrotti ed individuali ma collettivi. La politica più bella avrebbe il dovere di offrire i migliori strumenti per essere competitivi nella vita, nella realizzazione di se stessi, agevolando la scelta delle migliori opportunità. Certo, non può fare tutto lei. Molto, anzi moltissimo, dipende da noi. Ma la base di partenza è fondamentale. E' come l'educazione trasmessa da piccoli. Ti rimane dentro a vita.
La buona politica ti accompagna (ti dovrebbe accompagnare) ti circonda (ti dovrebbe circondare) ti dona gli esempi da seguire (ti dovrebbe donare gli esempi da seguire). Perché dunque non impegnarsi? Sogno e farnetico... lo so bene. Eppure l'Europa è anche questo, siamo noi, sono io, sei tu. Lo è il mondo, lo vorremo tutti. Imparare una lingua, riconoscere un talento, sfruttarlo...fuori dal proprio orticello, aprendosi alle cose, specializzandosi. Pensate che non sia politica? Vi sbagliate.
Personalmente sto "invecchiando" con due grandi rimpianti. Non avere imparato una lingua straniera e non aver capito prima quanto tempo ho sprecato in cavolate. A sedici, diciassette, diciotto, vent'anni, ventuno. Il mondo non aspetta. Prima si riconosce le potenzialità che, insieme alle nostre, ci offre, cercando di cogliere quelle migliori (e in questo dovrebbero aiutarci le politiche che si vivono sulla propria pelle...) più velocemente si avrà l'occasione per realizzarsi e cavalcare al meglio l'onda dei momenti. Dove sono le onde? Con un buon bagaglio personale e le politiche giuste sono (o meglio, ci piacerebbe che fossero) anche dove viviamo, da dove stai leggendo questo post, in Bulgaria o in Australia oggi non ha più importanza. Non mi credi?
Hai vent'anni, trent'anni? Quaranta? Un giorno (spero di no) forse anche a te capiterà di rimpiangere le opportunità perse. Come ho fatto in parte io del resto. Il tempo vola ed è diviso in due: un tempo utile e uno inutile: l'inutile ti aspetterà sempre, l'utile sarà sempre più difficile inseguirlo. La verità, che piaccia oppure no, è che per molti siamo già out; per "noi" crediamo forse che sia ormai troppo tardi rimettersi in "pista" (sbagliando?!). Chi di noi ha ragione? Nessuno o entrambe non ha molto importanza scoprirlo. Anche questo è del tutto inutile adesso. Ma di una cosa sono certo. Sia per me che per te avrei voluto una politica e degli esempi migliori, di conseguenza forse più opportunità (difficile comunque sfruttarle se non si investe prima su se stessi). E parlo soprattutto a livello nazionale ovviamente ma anche locale. Perché la politica è come la cooperazione: non occorre andare in Africa per compierla. Ogni giorno, ognuno di noi, può cooperare nel tentativo di salvare un piccolo pezzettino di mondo o scegliere le migliori politiche di sviluppo grazie a se stesso, nel suo quotidiano, nei gesti che contano e che, si spera, diverranno esempi per qualcun altro.
E sarebbe la migliore e forse unica gratificazione di tutto l'impegno svolto con onestà, rabbia e sacrificio che, di sicuro, questo percorso prevederà (se lo prevederà).